Musica commerciale, perchè si chiama così? La dance italiana anni ’90 e 2000.

Negli anni ’90 alcuni dj e producer della scena dance italiana hanno dato l’impulso che ha cambiato per sempre la musica da discoteca: nasce in questi anni la musica commerciale.

Prima la Italodisco

Per capire cosa abbia trasformato la produzione musicale partiamo da ‘Children’ di Robert Miles, pietra miliare della dance europea, che nel 1995 segna la transizione dalla eurodance alla italodance, un genere che dominerà le classifiche italiane e internazionali fino a metà degli anni 2000.

Ma facciamo prima un passo indietro. A partire dalla seconda metà degli anni ’70, in Italia, grazie all’influenza della disco e della house music, alcuni artisti di spicco danno vita alla italodisco, la prima dance italiana.

Cantanti come Lucio Battisti, Vasco Rossi e Loredana Bertè iniziano a sperimentare con successo basi e suoni elettronici nei loro brani, adottando sonorità tipiche della disco music, e inserendo così l’elettronica nel mercato della musica da ballo italiana.

In alto mare di Loredana Bertè, 1980, uno dei brani di successo della italodance.

Successivamente a fine anni ’80 in europa prende vita la cultura elettronica e che fa esplodere nuovi generi underground come la techno, la progressive, la trance, la new beat ed altri. Questi a loro volta dividono il pubblico ballante.

Da una parte pullulavano i club, veri e propri templi di culto della musica elettronica dove i dj proponevano musica sperimentale ed alienante, fenomeno che ha segnato una generazione a causa dell’uso di droghe, dall’altro le discoteche tradizionali, che attiravano un pubblico più sobrio e più abbiente.

L’uscita di children nel 1996

Fino a metà anni ’90, la musica dance italiana e pop di classifica viaggiava sempre su un binario parallelo ai nuovi generi underground elettronici e psichedelici. E ciò influenzava e divideva il pubblico delle discoteche in maniera determinante. Successi come What is love, The Rhythm of the night, All that she wants, emblemi della eurodance, dominano le classifiche ma non conquistano i clubber.

Con l’uscita di Children di Robert Miles questa netta distinzione che separava generi musicali e ceti sociali iniziò inesorabilmente a scomparire.

Children fu un successo enorme: rappresentò la fusione perfetta tra musica trance, progressive e techno, e vendette così tanto da spingere i produttori a copiarne il ritmo.

Andrea Tiger Vianelli Dj Blog - Commerciale anni '90 '00 Robert Miles Children
Disco d’oro e di platino in numerosi paesi, nel 1996 Children ha raggiunto la vetta delle classifiche in tutto il mondo.

Alla fusione musicale seguì la fusione del pubblico. I club iniziarono a capire che le tendenze stavano cambiando e cominciarono ad aprire al loro interno sale più piccole dedicate agli amanti della musica dance e pop.

La nascita della italodance

Da quel momento molti dj e produttori fiutarono l’affare e iniziarono ad abbandonare la nicchia progressive e trance per sfornare nuovi successi in stile più vendibile e, appunto, commerciale: è nata la italodance.

Fu proprio grazie a questa svolta che Gigi D’Agostino iniziò a costruire la sua fortuna: dopo un primo periodo di produzioni elettroniche, progressive e trance iniziò a modificare il sound, e avvicinandolo a quello lanciato da Robert Miles, di li a poco cominciò a conquistare le classifiche italiane ed internazioniali.

Il ‘maestro’ (così veniva soprannominato) domina la scena italiana ed europea, e influenza a sua volta le produzioni dance italiane dal 1998 al 2005.

Gigi D’Agostino, re indiscusso della italodance. Il suo successo dura ancora oggi.

Le culture underground house, techno, progressive e trance, che attiravano una grande fetta di pubblico, subirono un duro contraccolpo. L’ascesa della italodance ruppe gli equilibri e decretò l’inizio dell’inevitabile declino della club culture in italia, ridimensionandone pubblico e profitti. I club che non si adattarono alla conversione furono destinati alla chiusura.

GLI ANNI 1999 E 2000 IL CULMINE DELLA ITALODANCE

L’italodance raggiunse il suo apice nel 1999 con l’uscita del singolo degli Eiffel 65 ‘Blue (Da Ba Dee). Fu una delle sole due canzoni di un artista o gruppo italiano a raggiungere la vetta della prestigiosa Eurochart Hot 100 Singles dal 1965 ad oggi.

Questo successo fa comprendere la portata delle produzioni e del giro d’affari che quel genere musicale aveva generato. Alcuni dj e produttori italiani, su tutti Albertino, Prezioso, Molella, Fargetta, Gigi D’Agostino, sfruttano la popolarità e iniziano ad esibirsi come guest dj nelle discoteche di tutta italia.

Gli Eiffel 65 con il singolo d’esordio Blue (Da Ba Dee) entrarono nelle classifiche in tutto il mondo.

Nel frattempo con l’avanzamento tecnologico, a cavallo degli anni ’90, l’avvento dei CD e dei primi lettori di compact disc portatili inizia a stravolgere nuovamente il mondo della musica.

L’avvento delle compilation su CD

Se fino a pochi anni prima le musicassette rappresentavano lo standard di ascolto, presto il CD sostituisce gli altri dispositivi di riproduzione e, grazie alla sua incredibile qualità digitale, si dimostra la prima valida alternativa per i dj al vinile.

Le compilation su CD di quegli anni fecero boom di vendite, e prima del successivo avvento degli mp3, le famose Hit Mania Dance, Hot Party e Deejay Parade rappresentarono un enorme fonte di guadagno per produttori e negozi di dischi.

Di contro la diffusione dei PC e dei masterizzatori nelle case vide nascere la pirateria che alimentò il mercato parallelo della contraffazione.

Hit Mania Dance Estate 1998, la prima compilation della famosa collana Hit Mania.

La dance italiana, rinominata ‘commerciale’, ha dominato la scena musicale per parecchi anni, raggiungendo le vette delle classifiche europee e conquistando un enorme successo.

Dopo il 2005, con l’avanzare di internet e la comparsa dei primi smartphone, la musica subì un nuovo cambiamento, e la italodance scomparve lentamente.

La musica di oggi ha mantenuto il suo stampo commerciale, ma non viene più chiamata con questa accezione.